Pietà Bandini: il capolavoro imperfetto

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Michelangelo ormai ottantenne riflette sul senso della morte e soffre per la perdita di molti amici cari come Vittoria Colonna morta del 1547.

Proprio in quell’anno il genio del Rinascimento italiano decide di iniziare una nuova opera, una scultura che riprende un tema a lui caro fin dalla giovinezza: la Pietà. Questa volta però l’ispirazione è assai diversa da quella che lo aveva spinto a realizzare la Pietà vaticana segno di bellezza immortale e divina. La nuova pietà che Michelangelo scolpisce ormai da vecchio porta con sé tutto il peso degli anni e le fantasie di chi ormai si avvicina alla fine.

Al centro il vecchio Nicodemo che sostiene il corpo inerte di Gesù e che ha il volto di Michelangelo, a sinistra c’è la figura (non-finita) di Maria Maddalena e a destra Maria su cui si appoggia Gesù fino quasi a diventare un tutt’uno. Il peso del corpo morto del Cristo è molto enfatizzato ed è ciò che dà movimento alla composizione: sembra quasi che stia scivolando verso il basso.

In corso d’opera, mentre Michelangelo tentava di cambiare la posizione delle gambe del Cristo, una venatura del marmo ne provocò la rottura. L’artista allora si infuriò e prese a martellate la scultura rovinandola in più punti: sul gomito di Gesù, sul petto, sulla spalla e sulla mano di Maria.

La statua ormai inutilizzabile venne venduta per 200 scudi all’architetto e scultore fiorentino Francesco Bandini che la fece restaurare da Tiberio Calcagni, ma il suo intervento sulla figura della Maddalena è evidente per lo scarto di qualità rispetto al resto dell’opera di Michelangelo.

Nel 1974 la statua fu acquistata dal granduca Cosimo III dei Medici e portata a Firenze. Nel 1722 passò dall’altare maggiore di Santa Maria del Fiore e dal 1981 si trova al Museo dell’Opera del Duomo.