Un nuovo studio lo dimostra: le maschere FFP3 offrono un’ottima protezione durante la manipolazione di pazienti infetti da Covid.
E le mascherine medico chirurgiche si conferma, non sono sufficienti negli ospedali.
Ecco una panoramica dei diversi tipi di maschere, quanto durano e sono riutilizzabili.
Un nuovo studio britannico ha messo in luce come negli ospedali in cui medici e infermieri osservano una rigorosa igiene e indossano maschere FFP3, questi sono stati in grado di eliminare le trasmissioni di COVID-19 di quasi il 100%.
Ciò dimostra che le mascherine che ormai fanno parte della nostra quotidianità, funzionano, alcune di più, altre di meno.
Dall’inizio della pandemia di Coronavirus, la maggior parte dei paesi in tutto il mondo ha reso obbligatorie le mascherine per gli spazi pubblici, i trasporti di massa e nei negozi, in alcuni periodi è stato esteso l’obbligo a praticamente tutto il giorno in ogni luogo, oggi all’aperto è consentito stare senza.
Se ricordate bene all’inizio della pandemia, era sufficiente anche una mascherina in tessuto fai-da-te, ma in seguito è stato dimostrato come necessario l’uso delle chirurgiche e di una mascherina FFP2, nota anche come KN95, N95 o P2.
Spieghiamo cosa significano i diversi standard di mascherine.
Le più comuni sono le mascherine chirurgiche o mediche, sono l’equivalente professionale della mascherina di stoffa.
Sono costituiti da tessuto sottile monouso e vengono utilizzati da medici e assistenti principalmente per impedire che i loro pazienti sui tavoli operatori vengano infettati da germi e agenti patogeni.
Se chi indossa la maschera tossisce o fa uno starnuto, ad esempio, la maggior parte delle goccioline che fuoriescono dalla bocca rimangono intrappolate nella maschera.
Funziona solo se la maschera viene cambiata regolarmente e smaltita in modo igienico e sicuro. Durante la pandemia, tali mascherine sono diventate lo standard praticamente ovunque.
Non proteggono come le P2 e le P3 ma, in altre parole, meglio di niente.
Non è stato dimostrato che le mascherine per il viso possano proteggerti efficacemente dalle infezioni virali, però sono probabilmente in grado di catturare alcuni germi prima che raggiungano la bocca o il naso. Ancora più importante, impediscono alle persone di toccarsi la bocca o il naso (cosa che la maggior parte delle persone fa anche senza pensarci).
Se sei già malato, tali mascherine chirurgiche potrebbero impedirti di infettare gli altri.
Le mascherine FFP2 stanno diventando sempre più diffuse e ad esempio in Germania sono stati richiesti durante la terza ondata del 2021 come obbligatori in autobus, treni e supermercati.
Forniscono un certo livello alto di protezione contro i virus per chi li indossa, ma non dovrebbero essere usati a contatto con pazienti e malati.
Le mascherine FFP3/N99/EN149/P3 sono invece quelle che risultano proteggere efficacemente chi le indossa dalle goccioline aeree, molecole, virus, batteri, funghi e spore, e anche da polveri altamente pericolose come le fibre di amianto.
A differenza delle semplici mascherine chirurgiche, sono da considera come filtranti qualitativamente superiori e possono davvero proteggere chi le indossa, anche da un agente patogeno altamente infettivo come il morbillo o la tubercolosi.
La protezione totale dal Covid 19, va ricordato, funziona solo se vengono prese contemporaneamente molte altre misure protettive: non indossare la mascherina se si hanno le mani sporche, distanziamento sociale, corretto smaltimento degli articoli usa e getta eventualmente contaminati e lavaggio o sanificazione regolare delle mani.
Inoltre, l’ambiente deve essere sempre sistematicamente disinfettato.
Queste mascherine, insieme a tutti gli altri indumenti protettivi, si rende quasi obbligatorio quindi il loro utilizzo nelle zone di quarantena, ad esempio, e dove vengono curati i pazienti già infetti.