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[Guida] Registrare un marchio nel 2022: cosa sapere

Avviare un’attività imprenditoriale richiede molteplici attenzioni, tra cui anche la creazione di un marchio e successivamente la registrazione dello stesso, così da tutelarsi dalla concorrenza.

Registrare un marchio non è un’operazione così complessa. Rivolgersi ai giusti professionisti del settore, tuttavia, è da consigliarsi così da non avere alcun tipo di imprevisto e la certezza che la registrazione sia effettivamente accolta. Invitiamo a visitare questo sito web per ulteriori informazioni http://registrareunmarchio.it/.

Registrare un marchio: introduzione

Il marchio assume un ruolo determinante nella società da quando si è avvertita l’esigenza di riuscire a distinguersi sul mercato.

Possiamo far risalire questo evento all’inizio dell’800. L’arrivo di Internet ha poi definitivamente reso necessario tutelare il proprio marchio da episodi di contraffazione e alterazione.

A livello normativo tutto ciò che c’è da sapere riguardo il marchio in Italia è contenuto nel Codice della Proprietà Industriale (C.P.I). Alcune norme specifiche sono presenti anche nel Codice civile e penale.

In questo approfondimento, cercheremo di toccare tutti i punti salienti dell’argomento: cos’è un marchio a come registrarlo, i costi e come registrare un marchio in Europa (Marchio Comunitario).

Cos’è il marchio

Il marchio è l’insieme di parole, numeri, colori ed elementi grafici che identificano un’organizzazione e i relativi servizi e prodotti. Lo scopo principale di questi elementi è:

  • far distinguere un’organizzazione e i prodotti sul mercato dalla concorrenza.
  • aumentare la notorietà dell’azienda sul territorio e la fiducia dei consumatori.

Il marchio ha di conseguenza una funzione:

  • Distintiva
  • Qualitativa

Registrare un marchio, inoltre, attribuisce al titolare il diritto di utilizzo esclusivo. In questo modo è possibile vietare ad altri di utilizzare il medesimo segno distintivo per commercializzare prodotti simili o affini, limitatamente al territorio o ai territori nei quali il marchio risulta registrato.

Marchio: quali elementi registrare

Come evidenziato all’articolo 7 del Codice di Proprietà Industriale, possono essere registrati i suoni e tutti i segni che hanno la possibilità d’essere rappresentati in forma grafica. Comunemente un marchio è formato da:

  • Lettere
  • Parole
  • Nomi
  • Numeri
  • Tonalità cromatiche

Un marchio può essere formato solo da uno o da più dei suddetti elementi. Le categorie sono tante e non limitate al solo logotipo (l’elemento grafico).

Passando alle categorie, i marchi possono essere di varie tipologie:

  • Denominativo: quando è costituito da lettere, cifre, parole.
  • Patronimico: sono i classici marchi formati dal nome di una persona, generalmente il titolare d’azienda.
  • Figurativo: gli elementi che lo contraddistinguono sono i colori e le parti grafiche, si pensi alla mela della Apple. Quando includono anche parole il marchio diviene figurativo-misto.
  • Forma: in questo caso è la forma geometrica (anche tridimensionale) ad essere il marchio stesso.
  • Sonoro: possono essere anche registrati i suoni. Ad esempio, una melodia o un qualsiasi motivo.

Esistono poi i meno diffusi marchi di movimento, multimediali o caratterizzati da elementi olografici.

Un’ulteriore distinzione è tra i marchi generali – i marchi identificativi di prodotti e servizi di un’azienda e i marchi speciali – tutelano un prodotto singolo appartenente a sua volta ad altri prodotti di una medesima azienda.

Registrare un marchio: requisiti

Un marchio per essere registrabile ha bisogno che rispetti quattro fondamentali requisiti. In particolare, deve essere:

Nuovo

Un marchio è definito nuovo quando non sono registrati nelle banche dati segni distintivi uguali o molto simili per i medesimi prodotti o servizi. L’ultima condizione non vale qualora si realizzasse un segno molto simile ad un marchio riconosciuto come notorio.

I marchi notori, infatti, godono di protezione estesa a tutte le classi merceologiche. Ad esempio, il marchio Ikea gode di una protezione a prescindere dalla classe merceologica.

Distinguibile

Un marchio è definito distinguibile o dotato di capacità distintiva quando l’osservatore riesce subito a identificare che il segno appartiene ad una specifica azienda che commercializza determinati prodotti o servizi.

Per ottenere il requisito della distinguibilità, bisogna riuscire a far valere tutte le proprie doti creative. Tendenzialmente più un marchio è forte più è dotato di capacità distintiva.

Un marchio è forte quando non contiene specifici richiami ai prodotti o servizi dell’organizzazione. Si pensi ai marchi “Yahoo” o “Apple” entrambi non presentano alcuna attinenza con il settore in cui operano le rispettive aziende.

Inoltre, un marchio forte permette una miglior tutela contro tentativi di contraffazione. Tuttavia, può anche succedere che un marchio da forte diventi debole e viceversa. Si pensi a “il Giornale” il marchio cioè della nota testata giornalistica. È in teoria un marchio debole che però nel tempo ha acquisito lo status di marchio forte, tanto che oggi tutti pensano ad uno specifico quotidiano. Al contrario, si pensi alla carta da cucina Scottex. Il marchio da forte ha subito una volgarizzazione diventando debole.

I consumatori, infatti, tendono a utilizzare il nome scottex per ogni tipologia di carta da cucina quando in realtà è il nome dell’azienda Scottex produttrice della carta da cucina e non solo.

Lecito

Il marchio rispetta il requisito della liceità quando non è offensivo nei confronti d’altri, non è contrario al buon costume o all’ordine pubblico. Ne consegue che non sono ammessi marchi che richiamano all’ideologia fascista o nazista, né tanto meno alla violenza o al razzismo.

Veritiero

Per essere veritiero il marchio non deve trarre in inganno un osservatore o potenziale consumatore. Ad esempio, non può contenere informazioni fuorvianti o non vere circa la qualità o la provenienza.

Cosa non può essere registrato

Indipendentemente dal rispetto dei suddetti requisiti alcuni segni non possono essere registrati come marchio.

In particolare, non è possibile registrare:

  • Un nome di persona, diverso dal nome del richiedente, così come i cosiddetti segni notori, salvo consenso.
  • Segni che specificano solamente la forma o la caratteristica di un prodotto o servizio
  • Bandiere, stemmi e ogni simbolo riconducibile a nazioni o organizzazioni internazionali
  • Segni contenenti informazioni riguardo la provenienza del prodotto.

Registrare un marchio: perché conviene

Registrare il proprio segno distintivo è un’operazione consigliata dal momento in cui la propria attività inizia ad essere abbastanza conosciuta e riconosciuta dai consumatori. Disporre di un marchio registrato permette in primo luogo di:

  • Aumentare il valore del proprio segno sul mercato e attribuire a questo un valore economico
  • Tutelarsi da episodi di contraffazione e alterazione
  • Beneficiare di proventi economici derivanti da coloro interessati all’utilizzo del proprio marchio.

Si evidenzia che, per quanto concerne la tutela legale, ne gode anche un marchio non registrato; tuttavia, è più complesso ottenere poi la giusta tutela, ad esempio un risarcimento.

Cosa fare prima di registrare un marchio

Per molti aspetti, registrare un marchio è un’operazione semplice alla portata e consentita a chiunque. Diverso è ciò che bisogna fare prima di presentare la domanda. L’aspetto a cui bisogna porre maggior attenzione è accertarsi che il proprio segno distintivo rispetti tutti i requisiti riportati in precedenza.

Tale operazione generalmente prevede un’attenta ricerca d’anteriorità, la quale altro non è che una verifica dell’esistenza di marchi simili o uguali già registrati. Qualora vi fossero simili marchi registrati infatti, decadrebbe il requisito della novità.

Depositare un marchio che non rispetta tale requisito espone a controversie legali e potenziali richieste di risarcimento. Inoltre, è previsto il pagamento di tutta una serie di spese necessarie per ritirare il marchio dall’elenco.

La ricerca d’anteriorità è quanto mai necessaria. Bisogna sapere infatti che l’UIBM, non effettua alcuna verifica in tal senso, esponendo di fatto colui che presenta la domanda ad eventuali conflitti d’attribuzione. Pertanto, è necessario verificare a priori se il marchio rispetta o meno i requisiti di novità, consultando le banche dati, oppure affidando il compito a figure esperte in materia.

Esistono diverse banche dati:

Chiaramente se dalla ricerca d’anteriorità dovesse emergere la presenza di un marchio molto simile al proprio, si sconsiglia di procedere con la presentazione della domanda.

La ricerca è molto complessa, poiché i marchi registrati sono molti e anche piccole varianti potrebbero rendere il segno non idoneo, a volte può essere sufficiente anche una sola lettera o una piccola parola.

Scegliere le classi merceologiche

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda la scelta delle classi merceologiche. Si ricorda infatti che come evidenziato all’articolo 7 del CPI, il marchio risulta protetto sono per le classi evidenziate nella domanda di presentazione.

Le classi merceologiche sono quelle individuate dalla Classificazione di Nizza. Dopo aver scelto una o più classi, bisogna altresì porre massima attenzione descrivendo i prodotti scelti con cura, al fine di evitare che la registrazione includa classi non necessarie e quindi comporti il dover sostenere una spesa maggiorata e inutile.

La Classificazione di Nizza ha individuato 45 diverse categorie, consultabili qui. Il classico settore dell’abbigliamento appartiene alla classe 25. Le 45 categorie sono così divise: le prime 34 sono relative ai prodotti, dalla 35esima in poi sono relative ai servizi.

La scelta è di fondamentale importanza. Dopo aver registrato il marchio, infatti, risulta molto complicato modificare le classi.

Come registrare un marchio

Ora che sono stati chiariti gli aspetti preliminari è possibile registrare effettivamente il marchio. Il segno può essere registrato solo in Italia, oppure, in uno o più stati Europei e del mondo.

Per quanto riguarda l’Italia le alternative sono due:

  • Presentare domanda alla Camera di Commercio
  • Presentare domanda direttamente all’UIBM.

In entrambi i casi è possibile presentare domanda anche in via telematica. La complessità delle procedure rende pressoché imprescindibile contattare un consulente abilitato esperto in Proprietà industriale.

Registrare un marchio in Italia: procedura telematica 

Come anticipato è possibile registrare un marchio direttamente online collegandosi all’indirizzo www.servizionline.uibm.gov.it. È necessario essere in possesso di una firma digitale.

Una volta registrati al portale è sufficiente cliccare sulla voce: Deposito domande e istanze, quindi selezionare: Marchio d’impresa. Bisogna quindi compilare tutte le voci e procedere al pagamento delle tasse e del bollo.

Per registrare un marchio è necessario avere a portata di mano:

  • Il modulo MA-RI
  • Un A4 rappresentante il marchio
  • I documenti
  • Le marche da bollo.

Il modulo MA-RI

Il modulo, scaricabile direttamente dal sito UIBM, è il documento principale. È composto da diverse sezioni. La prima sezione richiede di indicare:

  • Denominazione del marchio
  • Natura

La seconda sezione chiede di inserire le classi merceologiche. La terza sezione chiamata “priorità” può essere non compilata. Mentre la quarta sezione “richiedente” chiede d’inserire i propri dati o dell’azienda a cui intestare la titolarità del marchio.

Successivamente le sezioni 5 e 6, richiedono di inserire il proprio domicilio, un indirizzo di posta elettronica valido per le comunicazioni e una rappresentazione del marchio.

Compilate le 6 sezioni e pagato l’importo richiesto, l’UIBM prende in carico la domanda ed esprimerà un primo parere entro 3 mesi.

Registrare il Marchio Comunitario

Finora ci siamo prevalentemente focalizzati su come registrare il marchio in Italia. Talvolta però può essere necessario e conveniente registrare il marchio anche in Europa. L’esigenza è sentita dalle organizzazioni che operano anche al di fuori dei confini del Paese.

Registrare il marchio in uno o più dei 27 stati UE, presso EUIPO, permette di far valere i medesimi diritti finora riportati anche all’estero. Anche le procedure risultano in tutto e per tutto simili.

La domanda può essere quindi inoltrata sia in formato cartaceo che elettronico. Come vedremo l’unica differenza sostanziale riguarda i costi, i quali risultano più elevati. Il marchio una volta registrato sarà valido per 10 anni rinnovabili.

Registrare il Marchio Internazionale

Alcune aziende possono avere l’esigenza di registrare il marchio anche in alcuni stati extra UE. In questo caso, l’ente a cui far pervenire la domanda è il WIPO (https://www.wipo.int/), il quale permette di registrare il segno in oltre 100 stati. A differenza del Marchio Comunitario non è possibile presentare un’unica domanda valida per tutti gli stati. La richiesta è singola e va presentata stato per stato.

Quanto costa registrare un marchio

I costi per registrare un marchio dipendono da diversi fattori: se si decide di presentare la domanda in autonomia o di avvalersi di un professionista, se è sufficiente presentare il marchio solo in Italia o si ha esigenza di far valere i diritti anche in Europa e nel mondo e non da ultimo il numero di classe merceologiche. Vediamo in dettaglio un confronto tra i vari costi:

In Italia

Registrare un marchio in Italia comporta le seguenti spese:

  • Imposta da bollo: pari a 42 euro in caso di domanda online, e 16 euro ogni quattro pagine in caso di domanda cartacea.
  • Tasse di concessione: da versare all’Agenzia delle Entrate e pari a 101 euro più 34 euro per ogni classe merceologica aggiuntiva dalla seconda in poi.
  • Diritti di segreteria: pari a 40 euro oppure 43 euro più 16 euro in caso di richiesta della copia di deposito. Tali costi non sono previsti presentando domanda online.
  • Lettera d’incarico: pari a circa 50 euro e comprensivi della marca da bollo e della tassa di concessione.

All’estero

Registrare un marchio in Europa, come anticipato, comporta il dover sostenere una spesa superiore. La domanda di registrazione online ha un costo di 850 euro e include una classe merceologica.

Una seconda classe merceologica comporta una spesa di ulteriori 50 euro. Dalla terza classe merceologica in poi, i costi sono di 150 euro per ogni classe aggiunta.

Presentare la domanda in formato cartaceo è più costoso. L’importo base è di 1.000 euro a cui vanno aggiunti gli stessi costi riportati sopra e relativi all’aggiunta delle classi.

Per quanto riguarda il marchio internazionale i costi variano a seconda dei paesi individuati. In generale il costo minimo è di 800 euro.

Mentre nel caso in cui il paese scelto non aderisce al Marchio Internazionale i costi sono da verificare stato per stato. Negli Stati Uniti possono volerci circa 5.000 euro per coprire tutte le spese previste.

Quanto tempo per registrare un marchio?

In Italia sono necessari circa 6 mesi per registrare un marchio a partire dalla data di presentazione della domanda. Di questi, 3 mesi è il tempo concesso a terzi per eventualmente opporsi alla registrazione.

Una volta completato l’iter il segno distintivo è protetto per 10 anni, al termine dei quali è possibile rinnovare la richiesta pagando nuovamente le tasse previste.

È importante presentare la domanda entro 12 mesi dalla scadenza dei 10 anni onde evitare di pagare una sovrattassa.

È importante altresì ricordarsi quando il marchio è in scadenza in quanto l’UIBM non è tenuto ad avvisare i titolari.

Conclusioni

In questa guida a scopo informativo sono state riportate le principali informazioni per registrare un marchio in autonomia.

Il consiglio è comunque quello di avvalersi di un professionista abilitato, in quanto, come riportato, le procedure sono complesse e potrebbero esporre ad alcuni rischi di tipo legale. La procedura, infatti, sebbene sia semplice è anche molto delicata.

Domande frequenti:

Come registrare un marchio?

Chiunque può registrare un marchio, anche un privato cittadino e in via telematica, collegandosi al portale dell’UIBM oppure consegnando i moduli in formato cartaceo presso la Camera di Commercio o gli sportello presenti all’UIBM.

Come sapere se un marchio è stato registrato?

È importante svolgere o commissionare una ricerca d’anteriorità, la quale consiste nel consultare le banche dati pubbliche al fine di verificare la presenza di marchi simili o uguali già registrati.

Quanto costa registrare il marchio?

I costi sono variabili. In Italia l’intera procedura ha un costo totale intorno ai 200 euro, in Europa intorno i 1.000 euro.

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